Notizie | 31 ottobre 2022, 15:40

Ricchezza netta delle famiglie scesa a 10.150 miliardi

Perdita del 6% da fine 2021, per la metà a causa dell'inflazione

Ricchezza netta delle famiglie scesa a 10.150 miliardi

“In giugno, per effetto del forte calo dei prezzi delle attività, il valore della ricchezza finanziaria delle famiglie era sceso di quasi 350 miliardi di euro rispetto alla fine del 2021, a circa 4.900 miliardi. La ricchezza reale, costituita prevalentemente da abitazioni, era invece pari a 6.250 miliardi, con un aumento di 50 e il recupero dei livelli precedenti il ribasso avviatosi nel 2018 e già interrottosi lo scorso anno. Questo miglioramento ha riflesso sia il graduale incremento delle quotazioni di mercato delle abitazioni sia i nuovi investimenti immobiliari”.

Lo ha detto Ignazio Visco, il governatore della Banca d'Italia, nel suo intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio 2022.

Visco ha aggiunto: “Tenendo conto della lieve crescita delle passività finanziarie (circa 10 miliardi), la ricchezza netta delle famiglie è diminuita a circa 10.150 miliardi, un valore pari a 8,2 volte il reddito disponibile (era 8,4 a fine 2019). Valutata al netto dell’aumento del deflatore dei consumi, la ricchezza netta in termini reali si è ridotta di oltre il 6% rispetto alla fine del 2021, di cui circa la metà a causa dell’inflazione”.

L’accentuata volatilità nei mercati ha influito sulla composizione delle attività finanziarie delle famiglie. È proseguito l’aumento, seppure a ritmi più contenuti, dei depositi e del circolante, che a fine giugno avevano raggiunto un livello pari a un terzo del totale delle attività, il valore più elevato da oltre venti anni.

Dopo un prolungato periodo di flessione, nella prima metà di quest’anno la quota investita direttamente in titoli obbligazionari a medio e lungo termine è leggermente salita, sospinta dal crescente costo-opportunità relativo alla detenzione di attività più liquide; ciò ha in parte compensato la riduzione della quota di attività detenute sotto forma di titoli azionari e in partecipazioni (in Italia riconducibili soprattutto alla proprietà familiare delle piccole e medie imprese), connessa con la flessione dei corsi sui mercati finanziari.

Obbligazioni, azioni e partecipazioni rappresentano nel complesso poco meno del 30% del totale delle attività finanziarie. Gli investimenti in strumenti del risparmio gestito, pur riducendosi, sono rimasti positivi nel primo semestre dell’anno; la loro quota ammonta a oltre un terzo del totale delle attività finanziarie. L’espansione, in atto dagli inizi dello scorso decennio, è stata sospinta dalla sottoscrizione di quote di fondi comuni e di polizze assicurative; rimangono invece ancora limitati gli investimenti nei fondi pensione.

Lo sviluppo del comparto potrebbe essere favorito da un più diffuso ricorso degli investitori istituzionali ai fondi alternativi mobiliari specializzati nella valutazione e nella selezione di progetti complessi come, ad esempio, le ristrutturazioni aziendali. Il ruolo svolto da questi fondi, che operano su un orizzonte temporale di medio termine, può essere particolarmente importante per il finanziamento delle imprese di minore dimensione, in particolare quando volto all’ampliamento della scala operativa e agli investimenti in innovazione.

“A fronte dell’elevata incertezza sulle prospettive economiche – ha aggiunto il Governatore della Banca d'Italia - è ancora più opportuno perseguire un’adeguata diversificazione degli investimenti, prestando la necessaria attenzione al contenimento dei rischi, così da proteggere il risparmio dall’aumento dell’inflazione e cogliere le opportunità che possono emergere nei comparti che beneficiano di rendimenti più alti”.

Restano fondamentali, al riguardo, i progetti volti ad aiutare i risparmiatori a prendere decisioni consapevoli e, più in generale, a innalzare il loro livello di cultura finanziaria; questo è tanto più urgente per quella fascia della popolazione economicamente vulnerabile che subisce più di altre le ripercussioni dell’inflazione sul potere d’acquisto dei redditi. La Banca d’Italia è fortemente impegnata su questo fronte, anche con iniziative che, come quelle tenutesi nell’ambito della quinta edizione del Mese dell’educazione finanziaria, sono rivolte a giovani e adulti lungo tutto il territorio nazionale.