Notizie - 01 aprile 2023, 12:22

Gemito, quarant'anni dopo Confronto col Quadrilatero

Gemito, quarant'anni dopo Confronto col Quadrilatero

di Mauro Zangola*

Nel 1984 la Fondazione Agnelli ha avuto il merito di richiamare l’attenzione sull’importanza si un’area fortemente industrializzata e attiva di forma triangolare con vertici Torino, Milano e Genova. Nasceva così il “triangolo industriale” battezzato con il nome di GEMITO.

Da allora sono passati quasi 40 anni; crisi profonde si sono alternate a periodi di ripresa; siamo nel mezzo della quinta rivoluzione tecnologica che coinvolge una fetta importante del sistema economico.

Non da oggi sono in molti a ritenere che la spinta allo sviluppo del Paese non viene più da GEMITO, considerato un triangolo “vecchio” e sempre più isolato, ma da territori compresi all’interno di una vasta area che guarda a est, compresa tra la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna: un “quadrilatero” che ha come vertici Milano, Bologna, Treviso e Vicenza.

Ma siamo proprio sicuri che sia giunta l’ora del ricambio; che GEMITO sia condannato a svolgere un ruolo di secondo piano nello scacchiere economico del Paese?

C’è una sola cosa da fare per rispondere a questi quesiti: mettere a confronto le caratteristiche e le performance dei due distretti. È quanto ci apprestiamo a fare con l’aiuto dei dati disponibili.

Dal punto di vista quantitativo il triangolo e il quadrilatero hanno dimensioni molto simili, quasi identiche. Entrambi, infatti, producono un valore aggiunto complessivo di 242 miliardi di euro, il 15.2% del totale nazionale; danno lavoro a 2,7 milioni di persone; hanno un valore aggiunto di 38.000 euro per abitante, quasi identico. 

Scendendo nel dettaglio e andando a analizzare la struttura economica dei due distretti emergono alcune differenze di non poco conto. Nel Quadrilatero la presenza e il contributo dell’industria sono più rilevanti. In quest’area, infatti, l’industria occupa 616.000 addetti (il 22,7% del totale) e produce un valore aggiunto di 43,2 miliardi di euro (il 17,9% del totale) a fronte dei 485.000 addetti e dei 31,5 miliardi di euro di valore aggiunto impiegati e prodotti in GEMITO.

Se ampliamo ulteriormente il campo di analisi e prendiamo in considerazione non la struttura, ma alcune “performance” dei due distretti, i divari tornano a farsi più ampi. Le “performance” che abbiamo preso in considerazione riguardano: la produttività del lavoro misurata dal valore aggiunto per occupato; il peso dell’export sul totale nazionale, i tassi di occupazione dei 15-64enni e dei 15-29enni.

I due distretti producono un valore aggiunto per occupato molto simile a livello globale (pari a circa 89.000 euro), ma diverso a livello industriale, per merito delle industrie insediate nel Quadrilatero, che registrano una produttività del lavoro dell’8% più alta di quella realizzata dall’industria in GEMITO.

Nel 2021, la manifattura del Quadrilatero ha esportato merci per 98,3 miliardi, il 19% del totale nazionale; nel Triangolo l’export è stato di 71,3 miliardi, il 13,8% del totale. Tra il 2012 e il 2021 il peso dell’export del Quadrilatero si è mantenuto costante mentre quello di GEMITO è sceso dal 15,7% al 13,8%.

Il Quadrilatero mostra un a maggior capacità di creare lavoro. Lo dicono i livelli dei tassi di occupazione. Nel Quadrilatero il tasso di occupazione dei 15-64enni è 72%; quello dei 15-29enni è 42,2%; nel Triangolo il livello dei tassi è inferiore di circa 4 punti percentuali (rispettivamente 38,9% e 42,2%).

La struttura e le performance dei due distretti sono influenzate dalle caratteristiche e dalle performance dell’economia più ampia rappresentata dalla provincia di Milano. Per questo motivo abbiamo messo a confronto i due territori depurati dell’area milanese: il distretto di Torino e Genova con quello di Bologna, Vicenza e Treviso, utilizzando gli stessi parametri. Vediamo i risultati.

Nel distretto di Bologna, Treviso e Vicenza la presenza e il peso dell’industria nel contesto economico sono più rilevanti. L’industria assorbe infatti il 30,3% degli addetti contro il 19,4% dell’altro distretto. Il comparto manifatturiero fornisce il 29,5% del valore aggiunto contro il 15,9% di Torino e Genova.

Il differenziale si riduce, ma non di molto, se prendiamo in considerazione il valore aggiunto prodotto dai servizi alla produzione. In tal caso, il contributo al valore aggiunto dei due comparti sale al 42,2% nel distretto di Bologna, Vicenza e Treviso e al 32,3% a Torino e Genova.

I due distretti producono un valore aggiunto per occupato riferito all’intera economia molto simile (pari a circa 70.000 euro), ma diverso a livello industriale per merito delle industrie insediate nel distretto di Bologna, Vicenza e Treviso, che realizzano una produttività del lavoro superiore del 20% a quella realizzata delle aziende manifatturiere del distretto di Torino e Genova.

Nel 2021, il distretto di Bologna, Vicenza e Treviso ha esportato merci per 62,3 miliardi di euro, il 10,2% del totale nazionale; nel distretto di Torino e Genova l’export è stato di 25,1 miliardi di euro, il 4,9% del totale. Tra il 2012 e il 2021 il peso dell’export del distretto di Bologna, Vicenza e Treviso sul totale nazionale è cresciuto di quasi un punto (da 9,3% a 10,2%), mentre quello di Torino e Genova è sceso della stessa entità (da 5,8% a 4,9%).

Il distretto di Bologna, Vicenza e Treviso mostra una maggior capacità di creare lavoro. Il tasso di occupazione riferito ai 15-64enni è superiore di circa 7 punti a quello del distretto di Torino e Genova (70,6 contro 63,9%) il divario è di 5 punti percentuali se riferito ai tassi di occupazione dei 15-29enni.

ALCUNE INDICAZIONI DI SINTESI

I confronti fra GEMITO e il Quadrilatero con vertici Milano, Bologna, Vicenza e Treviso e tra l’asse Torino-Genova e il triangolo Bologna-Vicenza-Treviso hanno fornito alcune interessanti indicazioni utili a valutare l’importanza di GEMITO, a più di quarant’anni dalla sua invenzione: 1. Gemito e il Quadrilatero hanno dimensioni e livelli di benessere quasi identici. Producono un valore aggiunto di 242 miliardi di euro il 15,2% del totale nazionale; danno lavoro a 2,7 milioni di persone; hanno un valore aggiunto per abitante di trentotto mila euro.

2. I due distretti hanno invece una struttura economica molto diversa a causa del diverso peso dell’industria. Nel Triangolo il peso della manifattura nella produzione di valore aggiunto è sceso al 13%. Nel Quadrilatero raggiunge il 18%. A Milano e Genova è sceso all’11%; a Treviso supera di poco il 30%; a Vicenza raggiunge il 37,3%.

3.Nei due distretti la produttività del lavoro misurata dal Valore Aggiunto per occupato è molto simile a livello globale; differisce nel comparto industriale. Nel triangolo con vertici Bologna, Vicenza e Treviso la produttività del lavoro nell’industria supera del 20% quella dell’asse Torino-Genova.

4. GEMITO, nel corso dell’ultimo decennio, ha ridotto la sua capacità di export, mentre Bologna, Vicenza e Treviso l’hanno aumentata. Il peso del loro export sul totale nazionale è salito al 10,2%, più del doppio del peso dell’export dell’asse Torino-Genova (4,9%).

5. Nel Quadrilatero si lavora di più. Lavorano di più soprattutto i giovani nel triangolo Bologna, Vicenza e Treviso, dove il tasso medio di occupazione dei 15-29enni è 43,9%, 2,5punti sopra quello di Milano; 7 sopra quello di Torino.

CONCLUSIONI

Le indicazioni raccolte ci dicono che GEMITO, a distanza di quarant’anni, non è più l’area fortemente industrializzata descritta dalla Fondazione Agnelli. La deindustrializzazione o, se si preferisce, la terziarizzazione ha interessato tutti i tre i vertici del triangolo e, in misura molto più consistente Genova e soprattutto Milano ,dove la manifattura contribuisce solo per il 10,5% alla produzione del valore aggiunto dell’area.

Una situazione molto diversa si riscontra, come abbiamo visto, in un altro triangolo che ha come vertici Bologna, Vicenza e Treviso, dove la manifattura ha ancora una presenza importante che contribuisce a creare un terzo del valore aggiunto, nuovi posti di lavoro per i giovani facendo leva sull’export e sulla produttività.

Dei tre vertici di GEMITO solo Torino e la sua industria sembrano avere i requisiti per recuperare almeno in parte i fasti di GEMITO, a patto di investire nelle leve che, come abbiamo visto, sono alla base del successo del triangolo Bologna-Vicenza-Treviso: consolidare la presenza sui mercati esteri e migliorare la produttività del lavoro.

* Economista, editorialista



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